Napoli racconta Totò con una mostra per celebrare 50 anni dalla sua morte
Inaugurata il 13 Aprile a Napoli la mostra Totò Genio, voluta dall’Associazione Antonio de Curtis, sostenuta dalla SIAE e curata da Alessandro Nicosia insieme a Vincenzo Mollica, grande conoscitore e collezionista dell’opera di Totò. La mostra si colloca a ben 50 anni dalla scomparsa del grande Antonio de Curtis, colpito il lontano 15 aprile del 1967 da un infarto ed ha il desiderio di raccontare l’uomo e la maschera, la storia di un talentuoso artista e di un autore che si colloca con tutti i meriti tra i più grandi personaggi del Novecento italiano. Questo riconoscimento è stato più volte condiviso anche dai rappresentanti della cultura e dello spettacolo del suo tempo. Una figura, quella di Totò, che ha saputo attraversare tutti i cambiamenti storici e sociali dell’Italia, dai primi del Novecento fino al boom degli anni Sessanta, reinventandosi senza mai rinnegare il suo istinto e la sua personalissima cifra artistica.
La mostra Totò Genio sarà aperta fino al prossimo 9 luglio a Napoli in tre luoghi speciali come il Palazzo Reale, il Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino) e il Convento di San Domenico Maggiore. Da qui il percorso espositivo si snoda per ripercorrere e raccontare attraverso centinaia di documenti tra filmati, interviste, fotografie, costumi, locandine, disegni, riviste e giornali d’epoca, spezzoni cinematografici e televisivi, manoscritti personali, lettere, cimeli e materiale inedito, la vita, l’arte e la grandezza del Principe Antonio de Curtis.
Al Maschio Angioino c’è “Genio tra i geni”, che racconta il rapporto tra Totò e i grandi della cultura del Novecento; nella Sala Dorica di Palazzo Reale “Totò, che spettacolo!”, con la vita, il varietà, la poesia, le canzoni, la biblioteca e le cose di Totò, tra cui il celebre baule dell’attore; nel Grande Refettorio del Convento di San Domenico Maggiore “Dentro Totò”, viaggio intimo negli affetti dell’artista, che si conclude al Piccolo Refettorio con Totò e il cinema, un focus sulla sterminata produzione cinematografica di de Curtis, con manifesti, locandine e fotobuste dei 97 film che lo hanno visto protagonista e con il racconto delle tre cerimonie funebri che furono organizzate per un artista convinto che nessuno lo avrebbe ricordato. Il tutto fu ovviamente contraddetto da ammiratori, amici, registi, attori e scrittori.