Lo sfogo di Riccardo Muti
Pesante intervento del Maestro Riccardo Muti contro i tagli che la cultura sta subendo in Europa. «Azzittire la cultura – dice – significa abbrutire il popolo. Se togliamo ai nostri figli la possibilità di avvicinarsi all’arte, alla poesia, alla bellezza, in una sola parola alla cultura, siamo destinati a un futuro di gente superficiale e pericolosa. Per questo occorre difendere un settore che non esiste per dare dei profitti, ma per parlare direttamente alla gente. Sottolineo che un’orchestra sinfonica costa molto, ma molto meno di un giocatore di calcio».
Muti si è sempre battuto contro i tagli alla cultura che, complice la crisi, stanno diventando pesantissimi. Dure le sue parole rivolte a ministri e presidenti del Consiglio, a sovrintendenti e sindaci. «I dittatori hanno sempre cercato di chiudere la bocca agli artisti e agli intellettuali, perché la cultura, nonostante l’imbarbarimento estetico al quale stiamo assistendo, continua ad essere l’anima del popolo». Poi segue: «La maggior parte dei teatri e dei festival europei oggi è in deficit, ma trovatemi uno solo dei grandi compositori della storia della musica che sia morto ricco, nonostante l’apporto dato alla vicenda comune che ha reso l’Europa una terra di grande profondità. Gli artisti, nel bene e nel male, a volte persino inconsciamente, hanno sempre avvertito che il loro lavoro contiene anche una missione morale. Dunque non si può assistere in silenzio al decadimento progressivo della cultura europea. L’Europa ha alle spalle una storia importantissima, sul piano culturale è stata a lungo leader nel mondo. Ora non può dimenticarlo. Per risalire e tornare propositiva, basterebbe che i governi dei vari Paesi togliessero un po’ di denaro alle cose superflue e lo destinassero prima all’educazione, poi all’educazione e quindi all’educazione».