Era il 2008 e in Groenlandia sventolava il tricolore

Era il 2008 , nel cuore del Quarto Anno Polare Internazionale, e il ricercatore Davide Peluzzi dell’Associazione Ex-Plora Nunaat International rivelava: “La spedizione Saxum è un grande successo per la comunità scientifica internazionale”. Nel cratone Groenlandese sventola il Tricolore.

Vi riportiamo oggi una delle imprese dove il il teramano Davide Peluzzi, presidente dell’Associazione “Ex-Plora Nunaat International” e co-autore del progetto “Saxum” racconta l’esperienza vissuta insieme ai suoi amici esploratori abruzzesi e marchigiani, partiti nell’estate 2008 per la Groenlandia alla pacifica “conquista” della vetta Saxum, impresa che ha dato agli esploratori l’onore di ricevere la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica Napolitano.
Davide racconta l’esperienza vissuta tra i ghiacci della Groenlandia Orientale (terra danese ed europea almeno fino al prossimo referendum costituzionale per l’indipendenza) oggetto di una delle più complesse spedizioni scientifiche abruzzesi degli ultimi anni
Di seguito le parole dell’esploratore Teramano nella sua intervista rilasciata a seguito dell’impresa:
“La spedizione Saxum è dedicata a Wladimiro Bombacci e ai componenti del Dirigibile Italia: condensare in poche righe un intero mese di attività e ricerche è impossibile – rivela Davide Peluzzi – tuttavia il grande pubblico non può non venire a conoscenza di un evento così significativo e prestigioso per la comunità scientifica”. Sette ricercatori italiani (Davide Peluzzi, Gianluca Frinchillucci, Giorgio Marinelli,Luca Natali, Franco Varrassi,Ottorino Tosti e Libero Limoncelli) tra giugno e luglio 2008 hanno vissuto un mese fra i ghiacci di Ammassalik (Groenlandia Orientale) dirigendo i loro sforzi su vari obiettivi a carattere multidisciplinare, coordinando assieme molteplici finalità: lo sviluppo sostenibile dell’area, l’instaurazione di relazioni stabili con la popolazione indigena, la preservazione delle culture tradizionali al fine di poterne indagare identità e caratteristiche etnografiche e antropologiche. Gli ambiti di intervento sono stati i più disparati.
“Vanno menzionati lo sviluppo del progetto “Carta dei Popoli Artici” del dott. Gianluca Frinchillucci, all’avanguardia a livello internazionale nella catalogazione antropologica della popolazione artica; parallelamente è stato portato avanti lo scambio “Amici dal mondo” che, tramite l’Ex- Plora Nunaat International e la Perigeo ONLUS , mirano a creare uno scambio di disegni fra Italia, Etiopia, Siberia e Groenlandia affinchè siano segno tangibile di come le popolazioni si rappresentano, senza le intermediazioni esterne che inevitabilmente la fotografia comporta”. E’ stata poi realizzata una mappatura genetica della popolazione maschile al fine di tracciarne il sentiero genetico (Università di Bologna).
Altre ricerche hanno avuto ad oggetto la vita dei microinvertebrati in ambienti glaciali (prof.ssa Diana Galassi, Università de L’Aquila), il campionamento di rocce e ghiaccio (proff. Spoto, Di Sabatino e Iezzi dell’Università di Chieti) le cui ultime ricerche ci ricordano che la Groenlandia è uno dei più antichi cratoni terrestri con i suoi 3.5 – 3.8 miliardi di anni. Di grande sviluppo sono state le esplorazioni endoglaciali e non ultimo scopo la scalata di una superba montagna senza “Nome” raggiunta dal team alpinismo “Saxum” composto da Peluzzi – Varrassi – Limoncelli. Con il Tricolore Presidenziale. I collegamenti aerei tra Italia e Groenlandia sono stati curati dalla Agenzia “4Winds” di Roma.
“Non è dunque privo di motivazioni il sostegno avuto dalla Presidenza della Repubblica assieme al sigillo della stessa, conferito dal Presidente Napolitano con una Medaglia d’argento, il quale ha espresso, tramite il sostegno verso le iniziative volte ad esplorare sotto vari aspetti un’area della Terra sempre più strategica ed essenziale nello scacchiere geopolitico e ambientale internazionale”. Questa spedizione è sintomo della vitalità della tradizione italiana nelle ricerche polari che affondano le loro secolari radici in epopee ancor oggi capaci di essere di sprone agli studiosi, i quali con coraggio si sacrificano dedicando la loro vita a queste ardue imprese le cui implicazioni, tuttavia, sono concrete e irrinunciabili non solo per la comunità scientifica che sta vivendo il Quarto Anno Polare Internazionale, ma anche per la collettività che beneficia delle ricadute tecnologiche, scientifiche e culturali.
“Nei prossimi mesi divulgheremo i risultati scientifici tramite convegni su tutto il territorio nazionale, interagendo con ricercatori italiani ed esteri sul valore dello studio dei mondi artici oltre il circolo polare e la comparazione e studio della propaggine meridionale europea cioè: il ghiacciaio del Calderone, sul Gran Sasso d’Italia”. Il primo appuntamento, dunque, è all’Università di Chieti il prossimo 25 ottobre. Scopriremo, tra l’altro, a che punto sono i preparativi della missione degli astronomi italiani in Antartide, per la messa in stazione del famoso telescopio infrarosso “Irait” dell’Università di Perugia e dell’Osservatorio Astronomico Inaf “Vincenzo Cerulli” di Teramo.